In questo mio nuovo articolo vi invito all’ascolto di uno degli album italiani più storici di sempre. E a conoscere uno degli artisti più eclettici e sublimi della musica italiana…
Attualissimo perchè compie 20 anni proprio in questi giorni, “La Voce del Padrone” del Maestro Franco Battiato, a mio parere, rimane un’icona all’interno del panorama musicale italiano. 7 canzoni…7 perle…7 fotografie in movimento, con lampi di genialità. Parole che si incontrano tra letteratura, musica, pubblicità, filosofia, religione e ci mettono davanti ad immagini che ci permettono di riflettere sul mondo che abbiamo intorno e su noi stessi. Io quando uscì avevo 7 anni (riecco il numero 7 che torna fuori) però ricordo vivamente le immagini che passava la televisione e quelle parole che uscivano fuori tra un “ …Cerco un centro di gravità permanente, che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente…” oppure “Mister tamburino non ho voglia di scherzare, rimettiamoci la maglia i tempi stanno per cambiare” (ahimè quanto attuali!) o ancora “…Siamo figli delle stelle e pronipoti di sua maestà il denaro…”.
Oltre ai tre brani più conosciuti (“Bandiera bianca”, “Centro di gravità permanente” e “Cuccurucucù”), che se uno ancora non conoscesse resterei stupido (lo dico apertamente!) e quindi invito ad ascoltare e a leggerne con attenzione i testi, ce ne sono altri quattro. E sono questi che danno completamento ad un’opera di profonda e irripetibile bellezza per cui il disco si ascolta come fosse un’unica cosa.
“Segnali di vita” ha questo incipit “Il tempo cambia molte cose nella vita, il senso, le amicizie, le opinioni…” e ci invita a riconoscere la vita per quel che è sensa lasciarsi distrarre “…si sente il bisogno di una propria evoluzione sganciata dalle regole comuni da questa falsa personalità” e quindi riuscire ad avere un proprio io non assoggettato dai desideri altrui. “Summer on a Solitary Beach” è un viaggio su una spiaggia a dir poco metafisica dove si vuole andar “…via via via da queste sponde, portami lontano sulle onde…” ricercare una propria identità. Con “Gli Uccelli” si vuole “cambiare le prospettive al mondo…” (e ce ne sarebbe davvero bisogno oggi. n.d.r.) con “…voli imprevedibili ed ascese velocissime…” tutto facente parte di “codici di geometria esistenziale…”. Infine arriva “Sentimento nuevo” in cui ci ricorda (se mai ce ne dimenticassimo!) che “ ..è bellissimo perdersi in questo incantesimo”.
Rispetto ad altri dischi l’invito è anche quello di rileggere attentamente i testi e per riuscire a capire meglio la particolarità delle parole e ricercare anche le varie citazioni presenti.
Per chi avesse voglia di leggere suggerisco due libri “Franco Battiato – centro di gravità permanente” di Maurizio Macale (ed. Bastogi) e “Franco Battiato – Un sufi e la sua musica” di Guido Guerrera (ed.Loggia De’ Lanzi). Per chi vuol fare prima trova info come sempre sul web…ma io preferisco sempre il buon libro e questi sono molti ben completi di spiegazioni.
P.S. : ricordo che Battiato non ha inciso solo “La voce del Padrone” quindi allargo il mio invito e soprattutto il mio augurio di conoscerne la discografia completa.
Per chi ama la musica il Maestro (e soprattutto questo disco) non può mancare nella vostra collezione…perché come dice in “Bandiera bianca” e concludo, siamo ….”.sommersi soprattutto da immondizie musicali”.
Come sempre buon ascolto!
1 commento su ““La Voce del Padrone”: quando Battiato mise alla luce il disco perfetto”
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