Il 29 novembre è la data dell’uscita su tutte le piattaforme dell’album Over Quarantine dei 40in un gruppo nato in quarantena. Ebbene sì, il progetto, come molte altre cose venute fuori dalla situazione che abbiamo vissuto la scorsa primavera, è stato realizzato per passare il tempo ma da un esperimento è nato un vero e proprio album.
L’idea iniziale era quella di mandarsi una traccia musicale realizzata a turno da uno dei quattro componenti, in una sorta di cerchio, facendola passare di mano in mano e quindi arricchendosi e personalizzandosi (due giri per ogni traccia con un totale quindi di 8 interventi a canzone). Il tutto è iniziato quasi come un gioco con Marco che ha inviato la prima traccia a Martino, coinvolgendo poi Stefano e Francesco. La libertà di intervento è la caratteristica principale: ognuno poteva lavorare la traccia ricevuta come voleva, scegliendo ad esempio lo strumento da utilizzare o i tempi. Il “proprietario” della prima traccia poteva chiedere integrazioni o piccole modifiche ma niente è mai stato stravolto o modificato radicalmente a posteriori. Tutto è stato lasciato al caso e all’improvvisazione e da grande fautrice delle due cose posso dire che il risultato è ottimo, come spesso avviene per le cose libere e spontanee.
Il gioco della quarantena è ora diventato serio e i quattro musicisti ne vanno molto orgogliosi e sono contenti di quello che hanno realizzato. Abbiamo fatto una chiacchierata qualche sera fa e abbiamo scoperto che il neo gruppo prima della quarantena non aveva mai suonato insieme anche se ognuno si apprezza a vicenda. Stefano Bonelli (conosciuto anche come Smilzo) è famoso a Lucca per essere il cantante delle Formiche dell’Orto ma ha anche intrapreso una carriera solista (Stephan Cartier); Marco Angeloni è stato il tastierista delle Formiche e ad inizio anni 2000 ha suonato con gli Insegna Provvisoria, Francesco Vanni ha un progetto solista (“FranZTasmA project”) e Martino Biondi suonava in gruppo lucchese di qualche anno fa molto apprezzato dagli altri e ha un proprio progetto personale Radio Isotopo Production. Ognuno ha il proprio stile e i pezzi realizzati mostrano proprio questo mix di caratteristiche ed esperienze diverse che, come ci hanno detto, è un “indie mescolato da tante cose”. Durante la nostra intervista hanno anche spiegato la kabala dietro il nome: 40in richiama la quarantena (“in”), il fatto che tutti sono sopra i 40anni; la data di uscita dell’album è il 29/11 (29+11 fa 40) 2020 (appunto…40).
“Probabilmente se ci fossimo trovati in uno studio e avessimo cominciato a registrare i pezzi fisicamente insieme il risultato sarebbe stato completamente diverso. In questo caso non ci sono state influenze dirette e la libertà di espressione e sperimentazione di ognuno è stata tutelata e valorizzata. Tra di noi non c’era interazione fisica quindi tutto è nato spontaneamente e soprattutto velocemente perché eravamo mossi dalla curiosità di scoprire che cosa avevano fatto gli altri della tua traccia. Ovviamente la musica non può essere solo così ma sicuramente è stata un’alternativa interessante”.
Nonostante al progetto manchi una parte fondamentale, ovvero la dimensione live, la lezione che hanno imparato è stata l’importanza di dare senso al tempo: senza la quarantena e senza tutto quello che ha comportato il confinamento, non avrebbero probabilmente mai fatto questo gruppo e questo album. Anzi, ognuno di loro ha evidenziato dei risultati personali importanti. Francesco per esempio, ha cercato di trasformare l’energia negativa di questo periodo buio in qualcosa di creativo come una specie di rito catartico, lasciandosi ispirare dalla situazione (e pare ci sia riuscito visto che gli altri hanno definito i suoi testi molto commoventi). Lo stesso vale per Martino che ha definito il tutto come un “incastro naturale” in un periodo di cambiamenti anche personali, che lo ha spinto a ricominciare a registrare. Quando Marco l’ha chiamato per coinvolgerlo in questa idea tutti i tasselli sono andati al loro posto. Stefano ha lasciato da parte l’angoscia della quarantena e ha buttato nell’impresa tutto l’entusiasmo di una cosa nuova. Marco infine non aveva mai scritto niente ma fatto solo arrangiamenti; in questo lavoro invece c’è un pezzo più “suo” e quindi è stata una piacevole novità.
Al momento stanno lanciando i primi singoli sulle loro pagine social (Facebook e You Tube) e vi consigliamo di ascoltarli con attenzione. Alcuni pezzi sono strumentali, altri invece contengono dei testi scritti nelle classiche giornate di quarantena, durante uno dei tanti monologhi di Conte oppure ispirati alla situazione, come dal discorso della Regina Elisabetta alla nazione (Touch U). Il 29 novembre uscirà anche il video del profetico singolo Redzone con alcuni frame girati dai quattro ragazzi in quarantena.
La chiacchierata ci ha trasmesso tutto il loro entusiasmo e felicità e quindi speriamo che questo sia solo l’inizio di una collaborazione futura. A noi non resta che fare un grosso in bocca al lupo e di invitarvi ad ascoltarli perché la creatività va premiata, soprattutto quando nasce così spontanea e dal basso.